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La pera, frutto diffuso in Europa fin dall’antichità, compare anche nelle arti figurative dal Medioevo al Rinascimento. |
![]() Pera - Moretta (CN) - Santuario Beata Vergine del Pilone |
La pera porta con sé un duplice valore simbolico.
Da un lato è legata alla dolcezza, alla fecondità e alla bontà, esprimendo la tenerezza e la misericordia divina.
In ambito mariano diventa segno della dolcezza materna e dell’amore compassionevole di Maria verso il Cristo e i fedeli
Dall’altro lato, in alcune interpretazioni medievali, può assumere un significato ambiguo, legato alla caducità dei piaceri terreni, richiamando l’instabilità della carne rispetto alla fermezza dello spirito.
Nel passaggio al Rinascimento, prevale il suo valore positivo: frutto dell’armonia naturale, immagine della bellezza creata da Dio e della perfezione del creato.
Nella pittura romanica la pera si trova talvolta in decorazioni vegetali, a margine di miniature o come parte di motivi ornamentali che richiamano la varietà della natura nel Giardino dell’Eden.
In epoca gotica compare con più frequenza nelle scene sacre, ad esempio nelle raffigurazioni della Madonna col Bambino, dove Gesù può reggere una pera come simbolo della sua dolcezza e della promessa di salvezza.
Nel Rinascimento, accanto alla mela e all’uva, la pera appare nelle nature morte simboliche e nei dipinti sacri, soprattutto nelle mani del Bambino Gesù, quasi sempre a indicare l’amore divino che si dona all’umanità.
In alcuni casi, nelle allegorie morali e umanistiche, la pera diventa emblema della scelta tra piacere effimero e bene eterno.