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La cinciallegra è un piccolo uccello passeriforme riconoscibile per la livrea bicolore e il canto vivace. |
![]() Cinciallegra - Torino - Museeo di Palazzo Madama |
Nella simbologia cristiana la cinciallegra, come altre specie di piccoli passeriformi (cincia, passero, cardellino), rappresenta la gioia della vita semplice e la vigilanza dello spirito.
È talvolta interpretata come simbolo dell’anima che si innalza verso Dio pur restando radicata alla terra.
La sua abitudine a nutrirsi di semi e piccoli insetti le conferisce il significato di discrezione e purezza, in contrapposizione agli uccelli predatori.
Nel pensiero morale rinascimentale, influenzato dalla lettura dei bestiari medievali, la cinciallegra può rappresentare la sapienza umile, poiché osserva attentamente l’ambiente e si muove con prudenza.
In alcune allegorie domestiche o naturali del Quattro-Cinquecento, il suo comportamento curioso e affettuoso è interpretato come metafora della conoscenza gioiosa e della fede semplice, libera da orgoglio.
Le raffigurazioni della cinciallegra compaiono nei margini miniati, nei ricami e nei fregi naturalistici del tardo Medioevo e del Rinascimento, spesso insieme ad altri piccoli uccelli simbolici (pettirossi, cardellini, fringuelli).
È riconoscibile per il capo nero, il petto giallo e le ali grigio-azzurre.
Nelle scene sacre di ambito nordico o fiammingo può apparire posata su un ramo o presso figure di bambini o madonne, con valore di vita, purezza e rinascita.
Nel XVI secolo, con la diffusione delle simbologie naturalistiche umanistiche, la cinciallegra diventa anche emblema della vivacità dell’intelletto e della gioia spirituale, inserita nei repertori di Cesare Ripa e in decorazioni domestiche rinascimentali come simbolo di leggerezza e grazia naturale.