Scopri le 1663 chiese nei comuni e nelle frazioni
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Consulta le schede dei santiConsultazione n° 16787
La presenza dei santi in Piemonte colpisce per la sua ampiezza e varietà. Si parte dai secoli più antichi del cristianesimo, già dai tempi di san Pietro apostolo, che avrebbe percorso la Valle di Susa per cristianizzare la regione; si prosegue con personaggi che sfumano nella leggenda, come i martiri della Legione Tebea; poi, avanzando nei secoli attraverso religiosi e laici dediti alla penitenza e alla carità, si arriva ai cosiddetti santi sociali ottocenteschi, come don Bosco o il Cottolengo, fin dentro il secolo appena trascorso. Questo libro, che è insieme repertorio biografico dei santi e raccolta di leggende, aneddoti e proverbi, offre una galleria di ritratti di più di 500 santi di ogni epoca che in qualche modo hanno avuto a che fare con il Piemonte: o perché vi sono nati e vissuti, o perché vi vengono venerati. Di ciascuno di essi viene raccontata la storia; vengono ricordati gli attributi che li caratterizzano e aiutano a riconoscerli nell'iconografia; sono riportati i principali proverbi piemontesi a essi ispirati; vengono infine indicati i luoghi della regione che hanno dedicato loro degli edifici di culto e delle opere d'arte, e le località che dai santi hanno preso il nome. Si delinea così un'interessante geografia del sacro e del meraviglioso: dove la meraviglia sta nelle storie straordinarie dei santi, ma anche nella bellezza delle opere d'arte che hanno ispirato, spesso nascoste in angoli poco noti, ma capaci di offrire incantevoli suggestioni.
Le reliquie ci appaiono come una delle più interessanti manifestazioni del Medioevo oscuro e superstizioso.
E con ragione!
Se togliamo loro la polvere del tempo, scopriremo storie affascinanti e personaggi indimenticabili.
Soprattutto, attraverso di loro possiamo stabilire una connessione diretta con uomini e donne del passato e guardare 2000 anni di storia in modo nuovo.
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale.
Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari.
Basta ricordare l’importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d’Egitto e da Myra.
Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri,abili millantatori e tanta povera gente in buona fede.
Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell’Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d’Europa.
La Madonna del Boschetto. Arte medievale a Frossasco e dintorni, curato da P. Gilli e pubblicato nel 2005 dal Centro Studi Piemontesi nella collana "Un filo d'arte", è un volume di 78 pagine che esplora il patrimonio artistico medievale di Frossasco e delle sue vicinanze.
Il libro si concentra sulla cappella della Madonna del Boschetto, analizzando la sua architettura e gli affreschi, inserendola nel contesto più ampio della vita religiosa e artistica del territorio tra Medioevo ed età moderna .
Attraverso contributi di studiosi, l'opera offre una panoramica dettagliata delle espressioni artistiche e delle pratiche devozionali locali.
Questo volume rappresenta una risorsa preziosa per chi è interessato alla storia dell'arte medievale piemontese, offrendo spunti per ulteriori ricerche e approfondimenti sul patrimonio culturale della regione.
In questo nuovo numero della nostra newsletter vi invitiamo a lasciarvi guidare da una delle raffigurazioni più intime e universali della devozione mariana: la Madonna del Latte. Un’immagine che attraversa secoli e culture, portando con sé un messaggio di cura, dolcezza e sacralità quotidiana. Attraverso le chiese romaniche che visitiamo questo mese – dall’oratorio dell’Assunta di Pray, immerso nelle Alpi biellesi, alla Chiesa di Saint-Léger ad Aymavilles, affiancata da una torre medievale di rara suggestione – ripercorriamo le tracce di questa iconografia che unisce maternità e spiritualità, fede e umanità. Ci soffermeremo anche sulla dolcissima Madonna allattante custodita nel Castello di Aymavilles, raro esempio in Valle d’Aosta di questa rappresentazione così carica di significato, e vi accompagneremo in un itinerario tra le colline dell’Astigiano, alla scoperta di affreschi nascosti e testimonianze di un culto tanto poetico quanto popolare. Con particolare piacere vi segnaliamo la pubblicazione del nuovo documento a firma di Giancarla Rosso, intitolato “L’iconografia della tenerezza – Le Madonne del Latte nell’Astigiano”. Una ricerca originale e appassionata che arricchisce la collana Documenti di Chieseromaniche (n. 15, giugno 2025), offrendovi un viaggio gratuito in 12 pagine tra arte, devozione e memoria. Chiude il numero la nostra scheda agiografica del mese, dedicata proprio alla Virgo Lactans, una delle raffigurazioni più antiche e umane della Vergine Maria, simbolo di amore materno e protezione divina. Vi auguriamo una piacevole lettura e non vediamo l’ora di ritrovarvi nel prossimo appuntamento di Luglio, per proseguire insieme questo lungo viaggio tra arte, storia e spiritualità!
Le rappresentazioni iconografiche di Maria madre di Gesù hanno sempre avuto un fascino particolare fin dai primi secoli del Cristianesimo e sono cariche di un profondo significato.
Esse sostituirono gradualmente le antiche divinità pagane e furono venerate come protettrici della famiglia, delle puerpere e dei lattanti.
In particolare le Madonne del Latte sono una delle iconografie più poetiche, derivate dall’ antico culto egizio della dea Iside che allatta il figlio Horus e si diffusero rapidamente dall’Oriente all’Occidente.
In Italia, a partire dalla Toscana, il culto della Madonna Galattofora si espanse in tutto il nord, e conquistò tanti fedeli con l’espressione della sua grande tenerezza, per cui ebbe caratteristiche di trasversalità, perché fu un modello diffuso sia a livello colto, che a livello popolare.
Anche il territorio astigiano ebbe le sue belle Madonne del Latte di cui andremo a scoprire la dolcezza attraverso il percorso che vi proponiamo nel documento.
Il progetto di Chiese Romaniche nasce alla fine degli anni '80, frutto della passione di Marco Actis Grosso per le meraviglie delle chiese romaniche.
Sin dall'origine è un progetto non profit basato sulla collaborazione di "amici del progetto" e il sito non ospita banner pubblicitari e sponsorizzazioni.
Nel 1993, questo sogno si concretizza, con l'obiettivo di far conoscere e valorizzare il patrimonio di chiese romaniche, ma anche gotiche e rinascimentali, presenti in Piemonte.
Inizialmente operante sotto la “Fondazione ISPER Carlo Actis Grosso”, il progetto ha mosso i suoi primi passi con la pubblicazione di un breve volume cartaceo e successivamente con una serie di CD.
Nel 2018, il sito web ha assunto un dominio proprio, continuando a beneficiare del patrocinio e del sostegno della Fondazione.
Oggi, il sito www.chieseromaniche.it rappresenta il risultato di anni di dedizione e lavoro.
Attraverso un meticoloso lavoro di censimento, supportato da fonti bibliografiche e sopralluoghi, il sito offre un'ampia panoramica sul patrimonio, anche meno conosciuto, di chiese romaniche, gotiche e rinascimentali in Piemonte.
Attualmente, sono state schedate ben 1.663 chiese.
Dal 2016, è iniziata una fase di verifica sul campo delle informazioni, che ha portato all'arricchimento delle schede con immagini, filmati, indicazioni pratiche e localizzazione su Google Maps e Google Earth.
Lo spirito del sito è quello di fungere da indice delle chiese, supportato da informazioni essenziali, rimandando ad altri siti per approfondimenti, evitando così duplicazioni inutili.
Attualmente, sono disponibili 2.543 link di approfondimento
Un aspetto fondamentale del sito è il supporto iconografico, che consente di conoscere le chiese anche a chi non ha la possibilità di visitare la regione.
L'archivio fotografico, il più vasto disponibile in Piemonte, conta 18.327 foto.
Per alcune chiese con un numero elevato di fotografie, sono state create 52 specifiche “gallerie fotografiche” con fotografie.
La crescita della fototeca è stata possibile grazie alla collaborazione di 49 persone ed enti, che hanno contribuito in modo occasionale o sistematico.
Inoltre, il sito è arricchito da un glossario con 975 termini, simboli e attributi, e da una sezione dedicata all'agiografia, pensata per facilitare la comprensione degli affreschi presenti nelle chiese, con 345 schede e 884 Fotografie.
Sono stati ipotizzati 203 itinerari di scoperta, che comprendono percorsi geografici, tematici e cicloartistici..
Nel 2019, è stata lanciata la newsletter di chieseromaniche.it giunta al 57° numero, mentre nel 2020 è iniziato il progetto “1993-2023 - 30 anni di chieseromaniche: una foto per ogni chiesa”, con l'obiettivo di avere almeno una foto per ogni chiesa censita.
Sebbene il progetto sia stato rallentato dalla pandemia, sono già state fotografate 1.381 chiese e restano 282 chiese da fotografare.
Infine, nel 2024, il progetto si è esteso anche alla Valle d'Aosta, dove sono già state censite e geolocalizzate le chiese, dando inizio a un lavoro di rilevo sul campo e a una campagna fotografica.
In questo modo, Chiese Romaniche continua a crescere e a promuovere la storia, l'arte e la spiritualità delle chiese del Piemonte e ora della Valle d'Aosta, invitando tutti a scoprire e apprezzare questo patrimonio inestimabile.